Diciamolo subito: il rallenty non esiste!
Lo chiamiamo tutti così, ma questa parola non c'è nel cinema e neppure sul dizionario. Se andiamo a cercare infatti su un qualsiasi vocabolario di italiano (ma anche di inglese o di francese) non troviamo nulla.
Questo perché in termini tecnici il rallenty si chiama slow motion.
Lo vediamo spesso al cinema e fa un certo effetto. Anzi, gli effetti possono essere molteplici.
Vediamo quali.
In Forest Gump, film del 1994 di Robert Zemeckis, il protagonista bambino è inseguito da alcuni ragazzini prepotenti e così comincia a correre. Il momento è quasi una magia, perché le sue gambe, intrappolate in vecchie protesi, con la corsa si liberano. In questo caso lo slow motion amplifica l’azione del personaggio e il sentimento dello spettatore.
Vediamo un secondo esempio.
La scena è tratta da un film del 1999, Matrix, ed è una scena cult del cinema di Hollywood.
Lo slow motion qui diventa bullet time.
Questa tecnica era già stata usata in alcuni film (uno degli anni Ottanta per esempio), ma è proprio Matrix che la rende famosa.
Lo spettatore ha l'impressione di trovarsi difronte alla sospensione dell'attimo e di vedere il protagonista in modo nuovo. Matrix esce nell'ultimo anno del secolo scorso ed è inutile dire che per il grande pubblico fu una scena spettacolare di grande impatto che annunciava il 2000.
Fin qui lo slow motion è al servizio dell'azione e dei protagonisti.
Ci sono però scene in cui rallentare l'inquadratura vuol dire entrare in una nuova dimensione, quella del ricordo. è ciò che accade in Coco, il cartone animato uscito nel 2017 e prodotto dalla Pixar.
Un lieve slow motion ci porta in un lontano passato e ci trasmette nostalgia e dolcezza.
Qui il movimento non è nello spazio, ma nell'interiorità del personaggio. Diventa memoria intima di un tempo che non c'è più.
Ecco come viene raccontato il ricordo del papà che canta alla sua piccola.
Vediamo ora un grande classico, The Untouchables, in italiano Gli intoccabili, film del 1987 di Brian De Palma, che saccheggia alcuni elementi dalla cinematografia russa e dalla Corazzata Potemkin (famosa in Italia per altri motivi).
La scena è alla fine del film e lo consacra un grande classico del cinema americano. Tutto dipende da questa sparatoria: ce la faranno i nostri eroi? Restiamo tutti con il fiato sospeso.
Visto che stiamo parlando di manomissione del tempo, è lecito domandarsi cosa succede quando, il tempo, invece di rallentarlo lo acceleriamo? Ebbene, l'effetto è quello delle comiche. Un attore che va a una velocità leggermente superiore rispetto al normale crea un effetto divertente immediato e suscita il sorriso.
Ed è possibile combinare velocità e lentezza?
Cosa accadrebbe se combinassimo lo slow motion con il suo opposto e cioè con un'azione accelerata?
A Hollywood ci hanno già pensato e questo è il risultato:
Questo bellissimo momento è tratto da X-Men: Apocalypse, una pellicola del 2016 diretta da Bryan Singer.
In questa scena, si può notare la sfrontatezza del supereroe, che si contrappone alla serietà dei suoi colleghi.
I supereroi tradizionali di norma quando sono nel pieno espletamento delle loro mansioni sono concentrati e rigorosi.
Come biasimarli? Dalle loro azioni dipende il destino dell'umanità!
Invece il protagonista di questa scena si permette il lusso di fare degli scherzi e di giocare, ma che simpaticone!
Si vede che ha tutto sotto controllo e quindi si può concedere il lusso di divertirsi.
Tutto questo perché per lui il tempo scorre a una velocità diversa e lo spettatore, grazie allo slow motion, può entrare nella sua dimensione temporale e divertirsi con lui.
In questa breve carrellata abbiamo quindi visto cosa accade quando il tempo viene manipolato.
Gli effetti sono tanti, ma lo spettacolo è sempre garantito!
di E.M. in CinemaAScuola
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