Difficile rispondere in modo secco a questa domanda.
Probabilmente c'è chi nasce in contesti fortunati e culturalmente stimolanti e chi è baciato da madre natura che gli dona un'insaziabile curiosità letteraria. Da docente (e inguaribile ottimista) sono convinta però che buoni lettori ci si può anche diventare. Credo, infatti, in una scuola che accomodi le disparità sociali. Almeno un po'.
e quando posso cerco anche di cogliere le occasioni offerte dal mondo esterno.
Ci sono infatti molte associazioni che ogni anno indicono concorsi di lettura o organizzano festival dedicati ai libri. Anche quest'anno, per esempio, ripartono le iniziative dedicate alla lettura e agli studenti.
Tra queste, da segnalare #IoLeggoPerchè e Alunni in libreria. Entrambe partiranno nel mese di Ottobre con un ricco ventaglio di proposte: dal flash mob al contest, dalle attività nelle librerie cittadine allo sviluppo delle biblioteche scolastiche...
Se siete a corto di idee, ecco in breve il racconto di una delle mie esperienze legate proprio a una di queste iniziative. Nacque quando anni fa mi trovavo nella scuola di un paese abruzzese.
1. All'inizio dell'anno, ho creato una biblioteca di classe nell'armadietto dell'aula. I libri erano quelli personali dei ragazzi e quelli miei. Per questo c'era una grande varietà: dai fumetti al catalogo della mostra era possibile trovare un po' di tutto su quei ripiani. A questa miniera ho attinto anche io, perché trovai un bel volume che raccontava la storia del luogo in cui si trovava la mia scuola.
2. Ogni mese ci siamo raccontati un libro che avevamo letto o che (non avevamo letto). Ci mettevano in cerchio e, per un'ora, ognuno narrava la storia, i personaggi, le vicende agli altri colleghi di avventura. Cercavamo di sponsorizzare il libro letto da noi o di scoprire la vita degli autori.
3. Nella giornata dedicata a #ioLeggoPerchè2015 abbiamo fatto le nostre riflessioni e le abbiamo anche scritte, rispondendo semplicemente a questa domanda o completato questa frase: Io Leggo perché...?
Da qui l'idea in più: sono bastati un cartellone riciclato e foglietti colorati per andare ad appendere, stile brain-storming, i nostri pensieri alla lavagna.
Un Ciak e un cellulare hanno completato il lavoro e questo è il risultato finale.
Il video mostra un lavoro semplice nato in poco tempo, spontaneamente e realizzato in economia. L'obiettivo non era quello di creare un cortometraggio o di scrivere un pensiero profondo.
Quel giorno volevamo vivere una giornata diversa cogliendo la possibilità creata a un evento di portata nazionale.
Ma l'evento non deve rimanere tale e non deve nascere dal nulla.
Qualche anno dopo questa esperienza ho avuto modo di partecipare al congresso Erickson2016 e di ascoltare Silvia Blezza Picherle, docente di Pedagogia all'Università di Studi di Verona, riflettere proprio sul problema della lettura.
Anche per lei è importante che la lettura sia vissuta nella quotidianità. Gli eventi sono un'ottima occasione da prendere al volo ma solo se non restano tali. Devono incastonarsi in un percorso più ampio portato avanti giorno per giorno.
Nella mia pratica didattica cerco di far vivere i libri come oggetti a portata di mano, da manipolare pronti per essere aperti, consultati, richiusi. Per me sono l'arredo della nostra quotidianità.
I libri devono diventare argomenti di discussione attraverso i quali storie e personaggi diventano reali.
Ecco perché possono diventare anche oggetti di gioco per vivere un momento disteso dopo il dovere dei compiti o una pausa nel ritmo scolastico.
di E.M. in AreaDocenti
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