Se quest'anno hai deciso di trasformare la tua classe in un set, di girare un cortometraggio e non sei pratico, ecco di seguito qualche consiglio.
1. GLI STUDENTI DEVONO LAVORARE TUTTI.
Fai in modo che i tuoi studenti lavorino tutti e seguano ogni parte del processo.
Di solito quando si fanno queste attività si chiede agli studenti di fare un lavoro a casa nelle ore pomeridiane. Si assegna un video come attività in più. Proviamo quest'anno invece a fare questa attività in orario curriculare. Non ci vuole tantissimo tempo, solo molta organizzazione. Inoltre assegnando a tutti un ruolo, si creerà un lavoro di classe e tutti gli studenti saranno tesi a raggiungere l'obiettivo.
2. DIVIDI GLI STUDENTI IN CAST TECNICO E CAST ARTISTICO.
Non tutti vorranno apparire, ma a tutti farà piacere essere utili.
Se deleghiamo a loro le scelte dei ruoli, saranno sempre i più bravi, quelli più brillanti, quelli più spigliati a partecipare. Facciamo, invece, in modo che tutti lavorino e decidiamo prima cosa deve fare ognuno dividendo tra queste attività.
Cast tecnico:
Regista,
Segretaria di edizione,
Soggettista,
Sceneggiatore,
Truccatore,
Costumista,
Montatore,
Tecnico di ripresa,
Fotografo di scena,
Microfonista,
Ciakkista.
Cast artistico:
Protagonista,
Personaggi secondari,
Comparse.
Qui c'è da fare una precisazione.
In uno spettacolo classico tradizionale, il raggiungimento dell'obiettivo è fondamentale, quindi le parti e i ruoli vengono assegnati secondo le capacità e le competenze.
A scuola, il nostro obiettivo non è sicuramente quello di vincere chissà quale premio, ma di far vivere ai ragazzi un momento di crescita. Il cortometraggio non è un fine, ma un mezzo. Allora, ruoli e compiti possono essere assegnati a seconda dei caratteri.
L'obiettivo di un bravo insegnante non è di girare un bel cortometraggio, ma quello di lavorare sulla persona.
Allo studente più timido, si può assegnare un ruolo da protagonista o al ragazzo meno brillante nella scrittura si può dare il compito di riscrivere il testo. Dipende dall'obiettivo che ci poniamo come insegnanti e come persone.
3. DIVIDI IL LAVORO IN FASI
FASE 1: LA SCRITTURA
In questa fase si decide un tema (quindi un soggetto) e successivamente si procede alla stesura di un copione.
Il soggetto si può cercare attraverso un brain-storming o prendendo spunto da un'attività disciplinare o da un percorso interdisciplinare che si sta svolgendo in classe.
Dopo aver trovato il tema si procede alla scrittura di un soggetto a grandi linee. Successivamente si divide la storia in sequenze e la scrittura delle sequenze può essere affidata a gruppi diversi di studenti.
In questa fase, consiglio di creare un book di lavoro con buste trasparenti in modo da inserire i fogli che ogni gruppo ha elaborato. Il book sarà utilizzato nella fase di ripresa, servirà da promemoria. Qui il regista troverà tutte le annotazioni utili, dagli oggetti da avere in scena alle inquadrature. Il book sarà poi arricchito in questa fase dal segretario di edizione che appunterà su altre schede le scene da usare e da scartare. Sarà infine utilizzato in fase di montaggio. Il book passerà quindi di mano in mano: dai gruppi di lavoro in fase di scrittura, al regista e segretari di edizione fino ad arrivare al montatore.
FASE 2: LA LETTURA
Quando la sceneggiatura è ultimata e riletta dal docente che ha apportato le sue modifiche, si procede alla lettura in classe condivisa da tutti.
A questo punto si procede con l'assegnare le parti.
FASE 3: PARTE TECNICA
Gli attori procedono con lo studiare la parte e il cast tecnico stabilisce il trucco, i vestiti e sopratutto dove girare.
FASE 4: SI GIRA
Nella mia esperienza scolastica, sono stata fortunata. Ho potuto far utilizzare macchinari professionali, come quello in questa foto, grazie all'aiuto di associazioni e di registi. Utili sono state anche le videocamere, messe a disposizione dalla scuola, dai colleghi e qualche volta anche dai ragazzi. Nell'ultimo periodo però spesso uso anche un semplice cellulare. Non ci vogliono grandi tecnologie, in realtà. Basta comunque trasmettere un metodo. In questa fase il segretario di edizione deve appuntare le scene riprese e se sono BUONE, da tenere per RISERVA o da SCARTARE. Mentre si gira è bene non eliminare niente, tutto può essere utile. Le immagini, trasportate su un grande schermo, possono rivelare particolari interessanti. Clicca qui per avere la tabella del segretario di edizione.
In questa fase è anche importante il ciacchista. Se non si ha un ciak professionale non fa niente a volte basta unfoglio di carta da mettere davanti alla videocamera.
L'IDEA IN PIÙ: prima di girare ricorda al regista le 4 parole magiche.
Motore - Ciak in campo - Silenzio - Azione
Il regista, infatti, deve dire ad alta voce "Motore!", e l'operatore, che deve fare effettivamente la ripresa (con il cellulare, videocamera o telecamera) deve rispondere dopo pochi istanti "Partito!" (riferendosi all'inizio della ripresa).
Il ciacchista deve dire a voce alta quanto scritto sul ciak (nell'ordine, solitamente: n° scena, n° inquadratura e n° della ripresa.
Solo a quel punto, quando tutta la sequenza è andata a buon fine, il regista può intimare l'inizio della scena agli attori e a tutti i partecipanti dietro le quinte dicendo la celebre parola "Azione!".
Durante le riprese, ci deve essere silenzio, ogni minimo rumore viene registrato, e più la macchina è professionale più vengono avvertiti i più piccoli fruscii. Quindi la parola SILENZIO deve essere usata per ricordare a tutta la troupe di essere un elemento dell'ingranaggio. Tutti sono importanti anche e soprattutto nel silenzio.
Alla fine della scena è fondamentale dare anche lo STOP.
FASE 5: IL MONTAGGIO
Non c'è bisogno di un programma costoso. I computer hanno già un programma di base (movieMaker per Windows e Imovie per Mac) questi programmi sono più che sufficienti. Anche in questo caso i ragazzi sono protagonisti. Questa però è la fase più solitaria. Si può decidere di assegnare l'intero compito a un ragazzo o di farlo lavorare insieme alla supervisione del "regista". Anche in questo caso consiglio di non far lavorare a casa. Si può chiedere l'aiuto del collega di tecnologia o fermarsi in qualche ora pomeridiana.
L'idea in più: inserisci qualche scena sbagliata alla fine. Il divertimento è assicurato.
FASE 6: CONDIVIDERE
È giunto il momento di mostrare il prodotto a genitori, compagni, o altri docenti. Si possono scegliere varie modalità. Basta a volte invitare tre docenti in classe per fare una sorta di giuria per chiedere loro di esprimere un giudizio: è piaciuto? cosa migliorare? si avverte che è un lavoro di gruppo?
Oppure si può pensare a una socializzazione con altri classi. Si mostra il video a una classe di studenti più piccoli e si fa vedere tutto il percorso. Oppure nei casi migliori lo si può mostrare ai genitori, invitandoli in una socializzazione a scuola.
FASE 7: INSEGNAMO UN METODO
Girare un cortometraggio non vuol dire solo girare un cortometraggio. Vuol dire creare un metodo, sviluppare le competenze, avviare una didattica laboratoriale, rendere gli allievi protagonisti.
DUE SOLI CONSIGLI.
1. Nell'ansia di realizzare un prodotto non sostituiamoci ai ragazzi, mai. Non facciamo sconti. Non dobbiamo farci prendere dall'ansia di finalizzare. Se le cose non vanno, non avremo il video finale. Non fa niente. Ricordiamoci sempre che è molto più importante il percorso, il processo e non il prodotto.
2. pensiamo alle persone e alla loro crescita. Il video non deve diventare un modo per metterei mostra i più bravi. I gruppi li fa l'insegnante come meglio crede ed è il docente che segue ogni momento. Facciamo sempre in modo che sia un lavoro di gruppo e che tutti interagiscano al meglio.
Ecco di seguito un racconto di un mio lavoro con i ragazzi di un liceo. Clicca qui.
Se clicchi qui invece, trovi il racconto di un video che ho girato con i ragazzi di una classe di Prima Media.
Clicca qui per vedere un video di riepilogo del post.
di E.M. in CinemaAScuola
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