Il debate non è un gioco da ragazzi, tutt'altro.
È una parola che proviene dal mondo anglosassone, ma affonda le sue radici nella retorica classica e ci riporta nell'Antica Roma di Cicerone.
Prevede la formazione di due squadre che si devono confrontare su un tema, sostenendolo o confutandolo. L'argomento può essere scelto tra i temi di studio, ma è preferibile attingere a problematiche non convenzionali possibilmente legate all'attualità.
In seguito, si stabiliscono regole chiare e si intraprende, in gruppo, una fase di ricerca e di studio della documentazione, al termine della quale si avvia una discussione scandita da tempi e metodi precisi.
Il debate è, quindi, una complessa metodologia didattica ed è una delle tante innovazioni proposte da Avanguardie Educative, il sito dell'Indire, per promuovere l'innovazione didattica.
L'attività risulta molto complessa e piena di sfaccettature: stimola il senso critico, migliora le capacità espressive, allena il ragionamento. Sviluppa, inoltre, tante competenze trasversali, le più difficili da acquisire a scuola: dalla capacità di lavorare in gruppo a quella di parlare in pubblico, dalla capacità di argomentare a quella di convincere chi ascolta.
In rete si trovano molti esempi di Debate come in questo link, in cui è possibile trovare una valida e completa spiegazione di questa metodologia.
Vista la complessità del lavoro, come ho detto, sembrerebbe che il debate sia un'attività più adatta alle scuole superiori, ma in realtà, con le opportune modifiche, si può utilizzare anche negli ordini di scuola inferiori.
Il 4 dicembre 2016 è stato il giorno del referendum costituzionale ed è stato questo il tema del primo debate che ho deciso di proporre alla miei studenti di terza media.
Il lavoro è stato scandito nei tre momenti fondamentali:
Step 1: lo studio dei documenti
In questa fase, la classe si è divisa in quattro piccoli gruppi eterogenei strutturati in modo che tutti gli studenti potessero partecipare e trovare spazio nel lavoro. Due gruppi erano a favore del SI e due del NO. Vista la complessità del tema, la documentazione l'ho fornita io con gli articoli presi dai giornale e da internet (cliccando qui puoi trovare un articolo da me fornito).
Questa attività, come è noto, favorisce l'apprendimento cooperativo, motiva alla ricerca delle informazioni e alla valutazione critica.
Step 2: la discussione
Prima di iniziare la discussione, abbiamo stabilito i tempi per ogni intervento e condiviso le regole generali. Per esempio, abbiamo deciso che ogni studente che voleva prendere la parola si doveva prenotare e doveva aspettare il proprio turno per intervenire o per replicare alla squadra avversaria. Non ci si doveva accavallare nelle affermazioni e rispettare le idee degli altri anche senza per forza condividerle.
La cosa più difficile è stata proprio questa: intervenire senza aggressività.
Step 3: la votazione
È consigliabile fare una votazione iniziale e una finale per vedere se il parere della maggioranza ha subito delle modifiche a seguito della discussione. In questo caso specifico, avvenne che tra la prima e la seconda votazione aumentò il numero dei NO.
Tutto il nostro lavoro è stato poi ricostruito nel video qui di seguito.
Come è possibile vedere da questo video, non è facile saper fare un ragionamento a voce alta. C'è una grande differenza tra parlare al docente durante le interrogazioni e parlare ai propri coetanei durante una discussione e anche i più bravi possono incontrare delle difficoltà. Ma è proprio questa la sfida da vincere per i nostri studenti: chiarirsi le idee prima di parlare e prendersi il tempo necessario per organizzare un discorso.
A mio avviso, il lavoro sull'espressione è stata la cosa più interessante di tutto il debate: c'è chi ha concluso il suo discorso con una frase ad effetto, chi ha detto che tra le due Camere c'è "un ping pong legislativo", chi ha citato in modo corretto i documenti e chi ha confutato i compagni in modo rispettoso con frasi del tipo: "non sono d'accordo con chi ha parlato prima di me...".
Successivamente abbiamo ripetuto questa esperienza un'altra volta, dedicandoci a un tema molto più lieve: l'amore.
In questo caso i gruppi sono stati fatti in base al genere e così la discussione ha visto contrapporsi il punto di vista maschile e quello femminile. Si sono costituiti, quindi, solo due grandi gruppi che hanno reperito i materiali autonomamente da internet, dall'antologia e... dalla loro esperienza personale! In seguito i capigruppo hanno preso la parola e si sono confrontati su questo problema: in amore è importante pensarla allo stesso modo?
In questo caso il lavoro non si è concluso con una votazione, ma con la creazione di cartelloni per visualizzare una sintesi della discussione.
In tutte queste esperienze, l'attività proposta ha riscosso un grande interesse perché ha stimolato la partecipazione attiva dei ragazzi.
Docere, delectare e movere (o flectere) diceva Cicerone, perché l'oratore deve informare, ma anche intrattenere e infine convincere.
Valeva per gli antichi romani e vale ancora oggi per i giovani studenti.
di E.M. in AreaDocenti