Chef antiracket.
Questa è la definizione che Filippo Cogliandro porta fieramente ricamata sulla divisa come una medaglia sul petto.
Filippo Cogliandro è infatti il primo ristoratore di Reggio Calabria che ha deciso di denunciare la ‘ndrangheta prima ancora di cominciare a pagare il pizzo.
Oggi Filippo è lo chef che porta la sua testimonianza in giro per l'Italia e per il mondo (ultimo viaggio in Città del Messico) per dire a tutti di non avere paura.
Nel periodo delle celebrazioni della strage di Capaci, a Chieti l’ “Associazione Nazionale Magistrati - sez. distrettuale abruzzese” e l’Associazione “Chieti Nuova 3 febbraio” hanno organizzato la premiazione del corso di Educazione alla Legalità per le scuole secondarie di primo grado della città.
Ospite d’eccezione lui, Filippo che, quando sale sul palco dell’Aula Magna della Scuola Chiarini tra Dirigenti e Giudici, con la sua storia catalizza l’attenzione di tutta la giovane platea e lancia un messaggio di forza e speranza.
Colpisce gli studenti la sua naturalezza nel raccontare la lotta contro la criminalità e le traversie contro la burocrazia.
Non possiamo restare solo a guardare e un manipolo di studenti, tra cui Giulia S., lo raggiungono e gli chiedono una breve intervista.
#1. Come fa a dormire la notte?
Non ho incubi, non mi viene in mente quello che è successo, sono tranquillo perché so di aver fatto la scelta giusta, ho scelto di denunciare, per i miei figli, per dare un futuro al mio territorio e alla mia famiglia.
#2. Ha paura per i suoi figli?
No, non ho paura. Le mafie non toccano i tuoi figli se possono raggiungerti direttamente. Pertanto ho scelto di non avere una scorta perché se scegliessero di farmi qualcosa, vorrei che lo facessero a me.
#3. Come ha spiegato ai suoi figli la vostra situazione familiare?
Uhm, allora... mia figlia Chiara oggi ha diciassette anni mentre mio figlio Federico ne ha tredici. Tutto è successo nel 2008: Chiara aveva nove anni e ha compreso molto bene quello che stava succedendo, Federico, invece, è riuscito nel tempo a maturare tutto questo. Oggi loro vivono con una sensazione straordinaria, ritengono che il gesto del loro papà sia stato davvero importante e continuano ad operare in funzione di quello che ho fatto.
#4. Quello di oggi è il primo evento in cui interviene in una scuola?
No, adesso sono tanti gli eventi che seguo nelle scuole e sto facendo e farò sicuramente altrettanti appuntamenti di questo genere proprio per sensibilizzare i giovani. E' importante che voi tutti comprendiate bene cosa significa andare contro le mafie. Cercate di comprendere bene. Aprite gli occhi. Osservate bene quello che succede sul vostro territorio. Siate un po' delle vedette e siate il campanello d'allarme per la vostra generazione e per le generazioni future. Il coraggio per affrontare una situazione del genere alla fine viene quasi naturale.
A queste domande ne aggiungo una io…
#5. Cosa pensa delle serie televisive o dei film che raccontano la criminalità? Diciamo la verità, il Male al cinema è affascinante…
Si, è vero al cinema il Male ci attrae. Al cinema tutto si avvolge di un fascino particolare… ma ti garantisco dal vivo quando ti trovi di fronte a queste tipo di persone il fascino scompare completamente e non c’è niente ma proprio niente che ti possa attrarre.
Ma Filippo è un uomo di azione e oltre a raccontare la sua storia, cucina per noi.
La sera l'evento si trasferisce nella sala mensa del Convitto G.B. Vico di Chieti dove lo chef insieme ai cuochi della scuola prepara una cena con prodotti tipici dell'Abruzzo e il bergamotto della Calabria. Cucina per i Dirigenti, per i magistrati, per i docenti e per gli studenti della città accorsi a rendere omaggio al grande chef che seduce il palato e dà lezioni di vita.
di E.M. e G.S. in AreaDocenti