Didattica per competenze? Compito di realtà? Eccone un esempio!
Quale migliore occasione di organizzare un incontro facendo preparare un'intervista? Quando Pupi Avati passò per la mia città non persi tempo e diedi questo incarico a una mia alunna. Ecco quello che ne uscì.
Tre domande che fanno capire come prepararsi a un incontro del genere: documentarsi, studiare la filmografia, creare curiosità nel lettore.
L'intervista fu poi pubblicata sul giornale della scuola.
Diletta: Lei ha dichiarato di aver molto amato 8 ½. Quale aspetto del film di Federico Fellini l’ha colpita così tanto da farle intraprendere la sua carriera cinematografica?
Pupi Avati: Beh, dovevo capire bene cosa fosse realmente un regista.
Federico Fellini è stato uno straordinario regista. Io prima di allora pensavo che il regista fosse un vigile urbano, mentre con Federico Fellini ho capito tutto. Purtroppo non arriverò mai al suo pari ma ho comunque fatto 42 film (e sorride!).
D: Che voto dà alla sua carriera e perché?
P. A.: Ci sono tanti aspetti per dare un voto. Per un film è molto umiliante ricevere un giudizio anche se è la stessa cosa anche per chi lo dà. Ci sono diverse voci per dare un voto come l’identità, l’indipendenza e la continuità.
Ad ogni modo non mi do 10 e lode, ma sicuramente più della sufficienza.
D: Mi può dire 3 nomi di attori, con cui ha lavorato, che le hanno dato più soddisfazione?
P. A.: Tutti danno molta soddisfazione. Sono un uomo che è sempre stato innamorato degli attori. Abbiamo un rapporto amorevole.
Se dovessi fare dei nomi al primo posto metterei Neri Marcorè, perché è una persona fantastica e con lui farei ogni film. A seguire ce ne sono tanti come Luigi Locascio, Silvio Muccino, ma anche Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio e così proseguendo.
Potrei fare altri mille nomi.
(Nella foto Pupi Avati intervistato da Diletta Zuccarini. Foto: E. Monetti)